Storia
Il Sudan è il Paese più grande dell’Africa, si estende su 2.505.813 Kmq, ha una popolazione pari a 38 milioni 560.000 abitanti ed è una Repubblica presidenziale. A partire dall’indipendenza dalla Gran Bretagna avvenuta nel 1956, in Sudan si sono succeduti molti regimi militari che hanno favorito l’insediamento di governi islamici in un contesto caratterizzato dalla convivenza di numerosi gruppi etnici, linguistici e religiosi.Il territorio sudanese è attraversato dalle acque del Nilo Bianco e del Nilo Azzurro, bacini fluviali di grande importanza per lo sviluppo economico e agricolo del Paese; i corsi d’acqua tagliano il Sudan del Sud e dell’Est per ricongiungersi nella capitale Karthoum e irrorare tutto il Nord, fino a raggiungere l’Egitto.
Nel 1978 sono stati scoperti ricchi giacimenti petroliferi concentrati nelle aree meridionali dai quali, quotidianamente, si estrae circa 1 milione di barili di greggio. Malgrado il valore delle risorse del Sudan, il Sud del Paese versa da oltre 40 anni in una condizione di povertà estrema e conflitto civile riconducibile a contese di natura economica per lo sfruttamento delle risorse, ma anche a divisioni religiose, etniche e sociali, che hanno devastato il territorio compromettendone, seriamente, lo sviluppo presente e futuro. Ancora oggi la frattura socio-politica del Sudan è triplice poiché riguarda i territori del sud, quelli dell’ovest (la regione del Darfur) e i conflitti nelle aree orientali. Il conflitto più lungo e sanguinoso tra il sud, africano, cristiano, animista, ed il governo di Khartoum, arabo è continuato per oltre 20 anni dal 1983 al 2005. Come risultato di una delle più lunghe guerre civili in Africa, la popolazione sudanese, e specialmente la popolazione sud sudanese, può essere considerata tra le più povere del mondo. Nel corso di 22 anni di Guerra civile vi è stata una distruzione totale delle infrastrutture fisiche nel maggior parte del sud. La distruzione di scuole, servizi sanitari, strade, acquedotti, ospedali e altre infrastrutture sociali e amministrative è l’aspetto più visibile del collasso socio-economico del paese. Oggi le conseguenze di questo collasso socio-economico sono anche più evidenti negli altissimi tassi di mortalità, nel diffuso analfabetismo, nell’estrema povertà, nella fame. Come risultato dei sopramenzionati fattori lo sviluppo umano è virtualmente cessato. I servizi sanitari sono praticamente assenti e i pochi che esistono sono pressoché interamente dovuti agli sforzi delle organizzazioni umanitarie. Gli indicatori sanitari mostrano che le stime per parametri riferiti agli MDGs (Millenium Development Goals) nel Sud Sudan sono sostanzialmente peggiori rispetto alla media dell’Africa Sub-Sahariana. Indicatori sociali e di sviluppo (Millenium Development Goals) relativi al Sud Sudan e all’Africa Sub-Sahariana. I livelli di mortalità in Sud Sudan sono sintomatici di una infrastruttura sanitaria e una copertura del servizio sanitario nella regione del tutto inadeguate. Un bambino su quattro muore prima dei cinque anni. Il “Sudan Health Status Report ” (Banca Mondiale) riporta che solo il 5% delle nascite “sono seguite da uno staff sanitario qualificato”. Il risultato di questa situazione mostra un Paese con una pesante eredità da dover gestire: secondo i rapporti delle organizzazioni internazionali, ci sono stati oltre due milioni di morti e tre milioni di profughi. La conclusione di questa drammatica situazione è stata decretata nel 2005 dall’accordo di pace stipulato, il CPA (Comprehensive Peace Agreement), che ha incorporato il gruppo di combattenti dell’SPLA (Sudan people’s Liberation Army) e il relativo partito politico SPLM (Sudan people’s Liberation Movement) all’interno di un Governo di Unità nazionale. L’Accordo di pace ha dunque definito il Sud Sudan – territorio in cui AMREF opera dagli anni 70 – una regione con Governo Autonomo la cui capitale è Juba. Il territorio sud sudanese confina con l’Etiopia a est, con il Kenya, l’Uganda e la Repubblica Democratica del Congo a sud e con Repubblica Centro Africana a ovest. L’Accordo ha inoltre stipulato la programmazione di elezioni ufficiali nel 2010 e di un referendum da svolgersi entro il 2011 per la definitiva decisione della popolazione relativa autodeterminazione del Sud Sudan e la sua indipendenza da Khartoum. Nonostante la firma dell’accordo di pace nel 2005 (Comprehensive Peace Agreement), la situazione sanitaria in Sud Sudan rimane critica. Le persone continuano a morire di malattie evitabili e per condizioni curabili a causa della scarsità di strutture sanitarie, personale medico e farmaci. Gli indici di mortalità materna sono tra i peggiori al mondo. In alcune parti del Sud Sudan il numero di morti è di quattro volte superiore quello in Nord Sudan, e il doppio di quello in Darfur. Così come stabilito, dunque, a partire dalla seconda metà dell’anno 2010 sono iniziati nel paese i preparativi per le elezioni referendarie che si sono tenute nel gennaio del 2011.