Rapporto narrativo
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Il contesto
Il Sud Sudan, la più giovane nazione al mondo, nasce ufficialmente il 9 luglio 2011 a seguito di un referendum che rappresentava il passo finale di un travagliato processo di indipendenza cominciato 6 anni prima, con gli accordi di Naivasha (Comprehensive Peace Agreement). Il Sud Sudan è una nazione con una forma di governo federale, composta da 10 stati che corrispondono grossomodo alle tre regioni storiche del Sudan:
- Bahr el Ghazal
- Equatoria
- Greater Upper Nile
La capitale federale è sita in Juba, ma non è escluso che nei prossimi anni possa spostarsi in una zona più centrale del paese, come era anche nelle idee di Garang, uno, se non il più importante, fra i “padri” di questa nazione. L’economia rimane ad uno stato di sviluppo molto basso e gran parte delle entrate dello Stato sono frutto dei diritti di estrazione per i ricchissimi giacimenti di petrolio a nord del paese. La popolazione conta, ad oggi, circa 10 milioni di abitanti, di cui più della metà vive in condizioni di . Una stima più corretta è peraltro difficile per l’alto numero di profughi rientrati nel paese a povertà1 seguito dell’indipendenza. Anche a causa della sua storia caratterizzata da feroci conflitti, sia etnici che indipendentisti, le condizioni sanitarie del paese sono sempre state critiche ed il bisogno di aiuti umanitari sempre alto. Le cifre ufficiali più recenti, fornite dal National Health Baseline Survey del 2009, dagli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e delle Nazioni Unite, ci offrono un quadro del paese drammatico2 L’indicatore che sicuramente colpisce di più è il tasso di mortalità materna: 2054 decessi ogni 100.000 nascite, il più alto al mondo. Si tratta di un dato che potrebbe essere addirittura peggiore di quanto riportato, dal momento che il 90% dei parti non avviene in strutture sanitarie nazionali e non è .quindi riportato. Proprio il fatto che solamente il 18% della popolazione viva in aree urbane rappresenta un altro fattore per cui gli interventi sanitari risultano difficili. Altissimi sono i livelli degli indicatori della mortalità in età adulta (fra i 15 e i 60 anni), pari a 378/1000 per gli uomini e 344/1000 per e donne, dati che rendono anche chiaro come l’aspettativa di vita alla nascita sia solo, rispettivamente, di 53 e 55 anni. Anche la mortalità infantile, per quanto non sia la peggiore dell’area sub-sahariana, rimane a livelli intollerabili con 104 bambini morti ogni 1000 nascite. Infine, una particolare attenzione va data al settore dell’istruzione dove si registrano pesanti ritardi rispetto gli obiettivi stabiliti dalle Nazioni Unite. Fortunatamente la domanda di servizi scolastici, come dimostrato dall’aumento delle iscrizioni negli ultimi anni, è molto forte, ma il paese non ha ancora le risorse necessarie per venire incontro a tutte queste esigenze.Come visibile dalla tabella sovrastante, un’ulteriore criticità è rappresentata dalle pesanti disuguaglianze presenti in questo a settore a livello di genere e, seppur qui non evidenti, a livello di localizzazione geografica. Nel periodo coperto dal presente rapporto, relativo al quadrimestre maggio - agosto 2014, la situazione generale del paese non è affatto migliorata; al contrario i dati diffusi il 18 settembre da OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari), mostrano un progressivo deterioramento della situazione a partire proprio da dicembre 2013, quando cioè c'è stata la prima crisi. In termini di insicurezza, nel periodo del rapporto, si è registrato un aumento delle ostilità in alcune parti del Jonglei, e Upper Nile, cosi come intorno la zona di Bentiu. Si è anche registrato un aumento di casi di malaria (in concomitanza con l'arrivo della stagione delle piogge), con un'incidenza particolarmente elevata tra Renk, Malala e l'Upper Nile. Circa 96.800 individui sono stati accolti ed hanno ricevuto riparo presso i siti di protezioni dei civili allestiti da UNMIS (Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan): si tratta di un incremento di circa il 7% rispetto al numero complessivo di sfollati interni che secondo le stime più recenti è pari a circa 1.3 milioni di persone. Le situazioni di vita nei campi profughi interni è stata particolarmente dura nell'ultimo quadrimestre anche a causa delle frequenti inondazioni e delle pessime condizioni sanitarie a cui sono sottoposti gli sfollati nei campi legate all'assenza di servizi igienico-sanitari e alla mancanza di acqua potabile e complessivamente in generale oggi nel paese sono raggiunte da assistenza sanitaria circa 3,1 milioni di persone.
Riepilogo progetto approvato
Il progetto si propone di contribuire all'incremento del personale sanitario femminile sud sudanese attraverso la promozione dell'istruzione secondaria scientifica femminile. L'intento è quello di accrescere in modo significativo il numero di donne in grado di accedere alla formazione sanitaria al fine di rafforzare il sistema sanitario locale e la sua capacità di contribuire al miglioramento della salute materna ed infantile, che ad oggi rappresentano due degli ambiti sanitari più urgenti su cui intervenire. Uno degli indicatori, infatti che più colpisce quando si analizza il paese è proprio il tasso di mortalità materna: 2054 decessi ogni 100.000 nascite, il più alto al mondo. Si tratta di un dato che potrebbe essere addirittura peggiore di quanto riportato, dal momento che il 90% dei parti non avviene in strutture sanitarie nazionali e non è quindi riportato. Proprio il fatto che solamente il 18% della popolazione viva in aree urbane rappresenta un altro fattore per cui gli interventi sanitari risultano difficili. Altissimi sono i livelli degli indicatori della mortalità in età adulta (fra i 15 e i 60 anni), pari a 378/1000 per gli uomini e 344/1000 per e donne, dati che rendono anche chiaro come l’aspettativa di vita alla nascita sia solo, rispettivamente, di 53 e 55 anni. Anche la mortalità infantile, per quanto non sia la peggiore dell’area sub-sahariana, rimane a livelli intollerabili con 104 bambini morti ogni 1000 nascite. Infine, una particolare attenzione va data al settore dell’istruzione dove si registrano pesanti ritardi rispetto gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Fortunatamente la domanda di servizi scolastici, come dimostrato dall’aumento delle iscrizioni negli ultimi anni, è molto forte, ma il paese non ha ancora le risorse necessarie per venire incontro a tutte queste esigenze. Il presente progetto è stato pianificato sulla base di una precedente esperienza di formazione femminile secondaria in zone di conflitto e post conflitto realizzate da AMREF in Nord Uganda ed è localizzato in Wester Equatoria, Maridi, dove AMREF è presente da oltre un decennio sostenendo l'unico Istituto Nazionale di Formazione Sanitaria in grado di preparare ostetriche ed assistenti medici. Nello specifico il progetto si occupa di: 1. contribuire alla promozione monitorata dell'educazione femminile attraverso il supporto alle attività didattiche e il supporto alla selezione delle studentesse e al loro percorso scolastico; 2. contribuire al miglioramento della qualità del sistema educativo attraverso il miglioramento delle infrastrutture scolastiche (dormitorio, aule, servizi igienici) e il loro allestimento ed equipaggiamento; 3. contribuire alla sensibilizzazione delle comunità attraverso incontri specifici sull'importanza dell'educazione femminile e il sostegno al coordinamento e l'aggiornamento delle autorità distrettuali.
Descrizione degli obiettivi e risultati raggiunti
1.1 Assunzione del personale (docente e non) Nel 2013 il personale complessivo della scuola contava di 18 membri di cui 6 docenti e 12 di personale di supporto. Nel primo quadrimestre del 2014 AMREF ha supportato il processo di assunzione del personale che ha portato alla selezione di 2 nuove figure (come personale non docente), dunque complessivamente le risorse umane oggi sono 20. Allo staff presente in modo permanente si sono aggiunti 4 insegnanti temporanei a supporto delle attività didattiche. Con un certo ritardo, dovuto innanzitutto alla situazione di instabilità che si è venuta a creare a conclusione del 2013, sono stati anche assegnati i 2 nuovi insegnanti permanenti previsti dall’accordo siglato con il Governo. Nel corso del secondo quadrimestre, grazie anche alle continue sollecitazioni da parte dello staff di AMREF e del preside della scuola con gli organi di competenza, si è provveduto con la selezione del personale mancante. Si tratta di un risultato importante, perchè tale integrazione dell'organico della scuola è avvenuto grazie alla mediazione di AMREF tra l'istituzione scolastica e la comunità. Una quota dei costi dei nuovi insegnanti è infatti coperta dai membri del Consiglio di Classe (PTAs - Parents Teachers Association). Tale contributo comunitario permette anche di favorire nel medio - lungo periodo la sostenibilità futura dell'intervento e soprattutto l'ownership del progetto. Le comunità si sono infatti rese conto sia degli investimenti fatti da AMREF per migliorare le infrastrutture e la qualità dell'insegnamento, sia dell'importanza di "investire" sulla formazione delle giovane ragazze di Maridi. Relativamente alle materie di insegnamento, si specifica che i due nuovi insegnanti si occupano uno di Chimica e l'atro di Fisica e Matematica, dunque si tratta di un innesto importante per migliorare la qualità dell'insegnamento scientifico della scuola.
1.2 Selezione delle nuove studentesse
L'anno accademico 2014 doveva essere inaugurato il giorno 4 febbraio 2014. Tuttavia, a causa dei disordini registratesi nel paese dal 15 dicembre 2013, l'amministrazione scolastica è stata costretta a rimandare di qualche giorno ed ha riaperto il 10 febbraio. La selezione delle 50 studentesse si è conclusa nel mese di febbraio e le nuove studentesse hanno iniziato i corsi il 5 marzo 2014. Le lezioni si stanno svolgendo con regolarità nonostante la carenza di personale scolastico.
1.3 Conduzione delle attività scolastiche
Come precedentemente accennato, la formazione delle studentesse è iniziata (anche se in leggero ritardo). Il curriculum formativo delle ragazze include inizialmente: inglese, matematica, biologia, chimica, fisica, agricoltura, geografia, storia, educazione religiosa, commercio e contabilità. Le lezioni di informatica devono ancora iniziare, l'intenzione è quella di farle iniziare nel corso del 2014 accompagnando le lezioni pratiche con una adeguata formazione teorica, essendo l'epoca attuale, come definita nel programma della scuola secondaria del Sud Sudan, l'epoca del "dot.com". Le studentesse sono tenute a continuare con le materie elencate fino al terzo anno di scuola quando si prevede che si specializzino, concentrandosi solo su materie scientifiche come la biologia, la chimica, la fisica, la matematica. Un'importante attività extra scolastica è lo sport che viene praticato giornalmente dalle ragazze (sia calcio che pallavolo). Nel terreno della scuola è stato allestito un campo da pallavolo in segno di riconoscenza nei confronti delle ragazze che si sono fatte carico della pulitura di tutto lo spazio. Si segnala inoltre che il 25 aprile 2014, il responsabile della polizia dell'ONU di Maridi, Moses Bawire, insieme al capo della polizia di Maridi, Hayat John ha visitato la scuola formando le ragazze sulla sicurezza e la sicurezza stradale. Dal punto di vista della didattica, nel corso del secondo quadrimestre di attività, si è anche concluso il secondo semestre di scuola (periodo febbraio - luglio). Complessivamente su 50 studentesse, 41 sono state promosse e 9 respinte. Si tratta di una performance molto alta (pari all'82%) e questo indicatore è incoraggiante non soltanto per quanto riguarda la complessiva resa scolastica delle ragazze, ma anche per misurare l'impatto delle attività di sensibilizzazione e informazione sulla salute sessuale e riproduttiva portata avanti dal progetto. A tal riguardo si specifica che un incontro proprio sul tema della pianificazione familiare e prevenzione delle malattie trasmesse sessualmente è stato condotto il 12 giugno.
2.1 Ristrutturazione e consolidamento delle strutture scolastiche
I lavori di ristrutturazione nella scuola di Maridi sono stati avviati nel febbraio 2012. Dopo le necessarie negoziazioni e i conseguenti accordi con il governo, sono cominciati i primi lavori di ristrutturazioni dell’edificio scolastico che si sono conclusi nel dicembre dello stesso anno. Nei mesi successivi sono continuati in maniera costante i lavori di rinnovamento e di miglioramento delle strutture, fino al lancio ufficiale del progetto scolastico, avvenuto il 25 febbraio 2013. Una delle maggiori attività è stata il restauro del secondo blocco di dormitori. Per il 2014 sono stati selezionati come blocchi successivi su cui intervenire le seguenti infrastrutture: una connessione idrica; un blocco frontale; un dispositivo di smaltimento; un cappuccio del camino; una cisterna. I lavori, a causa delle tensioni e dell'instabilità che ha attraversato il paese nelle prime settimane dell'anno non sono stati ancora avviati. Il processo è piuttosto lungo perché prima di approvare l'acquisto del materiale e selezionare la ditta responsabile delle costruzioni deve essere costituito il comitato degli appalti che prende decisioni in merito agli acquisti e alle società a cui affidare i lavori. Ad oggi l'unica attività portata a termine nel periodo coperto dal presente rapporto è quella relativa all'allestimento del cappuccio del camino nella cucina della scuola. Dal momento che la situazione nel paese pur restando molto incerta, risulta essere relativamente tranquilla nella regione di Maridi, nel mese di aprile il sito della scuola è stato visitato da Isaac Ojame Bakosoro, l'ingegnere di AMREF che si è occupato della revisione dei BoQ (Bills of Quantities) ovvero delle stime dei vari costi dettagliati per la parte di ristrutturazione e consolidamento edilizio previsto dal progetto. Come precedentemente descritto, i sopralluoghi sono proseguiti anche nel corso del mese di maggio e oltre le stime si è potuto procedere con la selezione della ditta incaricata dei lavori. Si è trattato di un processo piuttosto lungo, ritardato anche in parte dall'arrivo della stagione delle piogge. In generale comunque i tempi previsti per la conclusione dell'iter relativo alle ditte esterne ed appaltatrici richiede almeno 4 settimane dal momento che tale processo prevede l'adozione di procedure molto severe da parte di AMREF e prevede la costituzione di un comitato incaricato di vagliare le proposte e identificare la ditta, secondo criteri prestabiliti. Tale comitato è stato composto da membri di AMREF Sud Sudan e AMREF HQ in Kenya.
2.2 Acquisto e allestimento di arredamenti e forniture per i locali
Il progetto per l'annualità in corso prevede l'acquisto di 75 letti a castello; 150 materassi, zanzariere, lenzuola, e strumenti per la cucina. L'acquisto di questi arredamenti e forniture è quasi del tutto completato.
3.1 Sensibilizzazione comunitaria
La prima attività di sensibilizzazione, prevista nel progetto grazie al supporto e la formazione di AMREF, è la promozione di pratiche igienico-sanitarie all'interno delle strutture comunitarie e sanitarie, promossa dalle studentesse della scuola nei loro momenti di libertà e di interruzione dallo studio. In particolare, sabato 5 aprile, le ragazze si sono recate presso l'Ospedale Civico di Maridi per prestare gratuitamente i loro servizi. Le studentesse, nel corso della visita all'ospedale, si sono occupate della pulizia dello spazio verde intorno ai diversi padiglioni, tagliando le erbacce e spazzando accuratamente tutta l'area. Con l'occasione hanno anche sensibilizzato le comunità sull'importanza della pulizia intorno alle proprie abitazioni. In questo modo le ragazze fanno anche pratica rispetto alla propria futura attività di sensibilizzazione e promozione della salute presso i centri sanitari locali e le comunità. L'attività si è svolta nel corso dell'intera giornata ed ha raggiunto circa 200 membri comunitari presenti all'interno della struttura ospedaliera per visite e controlli o come accompagnatori. Nel corso del secondo quadrimestre la sensibilizzazione comunitaria ha riguardato prevalentemente uno dei "target interni" del progetto, ovvero i membri dei consigli di classe (Parents Teachers Association). Gli incontri organizzati presso l'istituto scolastico dallo staff di AMREF ha permesso di affrontare diversi temi: la tutela dei diritti dell'infanzia, la sensibilizzazione sui problemi e le conseguenze legate ai matrimoni precoci, e l'importanza dell'educazione e formazione femminile. Infine le approfondite discussione con i membri dei consigli di classe ha permesso di far in modo che si trovasse un accordo circa il loro contributo per il compenso dei 2 nuovi insegnanti selezionati per il progetto.
Fattori esterni e altri elementi problematici
La vita di questo travagliato paese è stata ancora una volta messa in discussione lo scorso 15 dicembre quando, nella capitale Juba, sono scoppiati violenti scontri, che si sono rapidamente diffusi in altre parti del paese, in particolare negli stati Central Equatoria, Jonglei, Unity e Upper Nile. Quello che inizialmente si configurava come una divisione essenzialmente politica, che vedeva contrapposte le due fazioni di Salva Kiir (attuale presidente del Paese) e Riek Machar (vice-presidente rimosso nel luglio 2013), ha talvolta assunto, nel corso delle settimane, aspetti di conflitto etnico fra le due maggiori etnie del paese, i Dinka e i Nuer, di cui Kiir e Machar sono rappresentanti. Un conteggio esatto dei feriti e delle vittime rimane impossibile3 , ma le Nazioni Unite hanno fornito dati enormi sulle persone che si sono mosse all’interno del paese per cercare rifugio (IDPs Internal displaced people) e di quelli che hanno dovuto abbandonare completamente la nazione. Colloqui di pace fra i vari gruppi sono stati avviati nel febbraio 2014 in Etiopia, ma l’esito rimane purtroppo ancora incerto. Oggi in Sud Sudan i campi per gli sfollati sono sette. I Caschi blu dell’Onu sono 7 mila, ma ne devono arrivare altri 5 mila per rafforzare il contingente. A fine gennaio si sono aggiunti 320 militari nepalesi, ma la situazione non si è ancora del tutto stabilizzata. Il 17 aprile, un'altra terribile notizia ha scosso il paese. Almeno 58 persone sono state uccise e più di 100 rimaste ferite in un attacco portato ad una base delle Nazioni Unite, a Bor, circa 200 chilometri a nord della capitale Juba. Tra le vittime, si contano quarantotto bambini, donne, uomini, mentre altri 10 morti sarebbero tra gli attentatori. Quarantotto cadaveri, dunque, sono stati trovati nella base mentre i corpi di dieci assalitori sono stati rinvenuti fuori dalla base. Quasi 5.000 persone, da mesi, vivevano a Bor per sfuggire agli scontri e in generale ad aprile le stime parlano di quasi 60.000 persone che hanno trovato ospitalità nei vari campi allestiti dall'Onu nel Paese africano. L'attacco alla base di Bor è stato compiuto da persone di etnia Nuer - che formano una confederazione di tribù, dediti alla pastorizia, più grandi dell'Africa orientale - gli stessi che a Machar, alla testa di un gruppo tra ribelli e disertatori, sempre nella seconda metà di aprile hanno preso il controllo della città di Bentiu, un centro petrolifero nevralgico nel nord. Intanto, Salva Kiir Mayardit, il presidente del Sud Sudan di etnia Dinka, controlla la capitale e gode della lealtà della maggioranza dell'esercito, potendo contare anche sul sostegno delle forze armate delle vicina Uganda. Finora sono migliaia i morti e un milione le persone costrette ad abbandonare le proprie case, in una nazione che ha ottenuto l'indipendenza solo nel 2011. Atrocità sono state registrate da entrambe le parti, con massacri etnici, reclutamento di bambini soldato, stupri e omicidi negli ospedali. Confermare il numero esatto di bambini reclutati nel conflitto in Sud Sudan è molto difficile, date le condizioni di sicurezza nel paese, anche se i rapporti indicano che sono moltissimi. Sia dal punto di vista del diritto internazionale che nazionale del Sud Sudan, il reclutamento forzato o volontario o il rapimento di essere umani di età inferiore ai 18 anni è proibito. Da quando i combattimenti sono iniziati in Sud Sudan nel dicembre 2013, gli operatori umanitari e per la protezione hanno documentato un significativo e tragico aumento degli scontri in cui sono stati coinvolti i bambini. Bambine e bambini sono stati uccisi, mutilati, violentati, sono rimasti orfani, sono stati reclutati e rimasti senza casa. Più di un milione di persone in Sud Sudan sono sfollate a causa del conflitto. Il timore oggi è per i mesi a venire quando il 60% del paese si prevede resterà isolato a causa delle piogge. In questo quadro generale di incertezza e difficoltà si è festeggiato il 9 luglio scorso il secondo anniversario di indipendenza del paese. Il clima che ha accompagnato le celebrazioni è stato piuttosto oscuro e incerto: clima di attesa, di sfiducia, di apparente rassegnazione. Sicuramente ben diverso dal clima festoso percepibile negli anni passati. Se nel 2011 e 2012, i sud sudanesi erano ben consapevoli del percorso tutto in salita che attendeva il loro paese, erano altresì pronti ad affrontare tale percorso, fiduciosi, attivi e propositivi. Il conflitto scoppiato a dicembre 2013 li ha risvegliati bruscamente da tale sogno mettendo a nudo profonde rivalità interne, interessi personali, incapacità di rinnovamento e trasformazione politica di un esercito, l’SPLM, chiamato a guidare e promuovere lo sviluppo del nuovo stato. Lo stallo dei negoziati di pace ha altresì evidenziato chiaramente, la reale mancanza di volontà di entrambe le parti coinvolte - governo e ribelli – di trovare, congiuntamente, una soluzione pacifica al conflitto in atto. Non c’e’ giorno in cui nuove scoraggianti notizie non possano essere lette nei principali quotidiani locali. Notizie relative alla crisi umanitaria, ai 4.000.000 di sud sudanesi che secondo stime delle Nazioni Unite sono a rischio di malnutrizione, mancanza di cibo e malattie. Notizie relative all’aumento di mortalità infantile registrata nelle zone a nord del paese maggiormente interessate dagli scontri. Notizie sulle recenti tensioni etniche scoppiate tra equatoriani ed esponenti politici governativi relativi alla soluzione migliore da adottare per uscire da questa crisi senza sbocchi (gli equatoriano spingono per l’adozione di un sistema statale federale). Perfino l'area di intervento del presente progetto (Maridi, in Western Equatoria), tradizionalmente tranquilla e lontana dagli scontri ha vissuto dei momenti di tensione: nella notte tra il 3 e il 4 luglio è avvenuta infatti una sparatoria, iniziata nelle prime ore della serata e protrattasi fino alle 4 del mattino. Fortunatamente si è trattato di un caso isolato e la sicurezza nell'area è stata immediatamente ripristinata. Aldilà della situazione politica, uno degli elementi di maggiore criticità è stato l'arrivo della stagione delle piogge. La situazione è stata particolarmente problematica a partire dal mese di luglio quando si è cominciato a registrare un numero crescente di casi di colera inizialmente seguito propagatisi nelle regioni di Eastern Equatoria e Upper Nile.
Sfide Future
Grazie al contributo di tutti coloro che hanno sostenuto l’avvio di questo progetto, prima fra tutti la Famiglia Ricci che ha contribuito alla sua nascita, la scuola oggi funziona ed ha grandi potenzialità di crescita che, ci auguriamo, le permetteranno di raggiungere gli obiettivi per i quali è nata. Per far si che questo avvenga, è necessario che il personale della scuola e le stesse studentesse abbiano la certezza che la scuola possa continuare a funzionare anche nel futuro, sia immediato che prossimo, garantendo loro le migliori condizioni per lavorare. Questa certezza può essere garantita solo se il materiale scolastico sarà sempre disponibile, se gli insegnanti verranno pagati con regolarità, se le ragazze potranno contare su un’assistenza sanitaria adeguata e sulla disponibilità regolare dei pasti. Molto è stato fatto e si sta facendo per far partire le attività della scuola, ora la nuova sfida è assicurarsi che continui a funzionare, giorno dopo giorno, a partire dalle attività più semplici, come la fornitura del vitto. Questa, come tante altre attività, non sono garantite per il futuro, ma legate alla generosità dei donatori che hanno creduto, e crederanno, in questo progetto. Questa è la grande sfida che ci attende.