Il Nostro Percorso
Il 28 ottobre del 2010 Michele ci ha lasciati.
Già nel momento della disperazione era chiaro un pensiero : dovevamo trovare un modo per far sì che la nostra rabbia non si riducesse a un risentimento verso la vita e dovevamo cercare, per quanto difficile, di dare un senso a una perdita così grande e improvvisa, quale è la morte di un figlio e di un fratello.
Capimmo che non potevamo bloccarci nell’immobilità, per restare con Michele Al contrario, per continuare ad avere Michele con noi, dovevamo procedere in avanti. Altrimenti non lui, ma noi famigliari avremmo rischiato di rimanere indietro, da soli. Così, la nostra famiglia ha cercato di capire come poter ricordare Michele, tra noi e con gli altri. Per affrontare il lutto di una vita spezzata sul nascere dell’età adulta, a soli 24 anni, abbiamo cominciato a cercare “qualcosa” che potesse mantenere viva la sua memoria . Qualcosa che lo riguardasse. Ci siamo così orientati verso un progetto che si occupasse di formazione, perché Michele era uno studente e perché non ha potuto terminare l’Università. Abbiamo pensato di investire per dare la possibilità di studiare a chi vorrebbe farlo, ma per ragioni economiche, geografiche e sociali non può. Dopo aver valutato varie opportunità, la nostra scelta si è indirizzata verso le giovani donne di uno dei Paesi più poveri al mondo, per permettere loro di proseguire gli studi e acquisire una formazione superiore, che fosse utile alla loro crescita personale e di conseguenza allo sviluppo del loro Paese. Mandela dice che “il cambiamento economico è frutto dell’istruzione”; e noi di questo siamo profondamente convinti. Così abbiamo iniziato ad occuparci di un progetto molto particolare: la costruzione di una struttura scolastica composta da aule, mense, dormitori, biblioteche che ospiterà 200 ragazze tra i 14 e i 18 anni. Seguendo il progetto abbiamo acquistato non solo il coraggio di pronunciare di nuovo il nome di Michele , ma anche di elaborare il nostro dolore mettendo in campo una gamma di sentimenti costruttivi. Michele sta rivivendo ora nel nostro privato grazie anche a voi e a tutti coloro che parteciperanno con noi al progetto. L’affetto e la risposta positiva che abbiamo ricevuto ci conferma ogni giorno che la nostra iniziativa ha un valore. Il futuro nasce dalla formazione, e siamo sicuri che Michele sarebbe contento di sapere che in suo ricordo è possibile far crescere delle donne che contribuiranno con il loro sapere e la loro dignità alla costruzione di una nuova società . Per questo , a fine settembre del 2011 siamo stati a Maridi, in Sud Sudan, dove abbiamo visto e toccato con mano l’area dove sarebbero cominciati i lavori del complesso scolastico . Quando abbiamo capito che il progetto si sarebbe realizzato come noi lo avevamo immaginato, abbiamo provato una grande emozione. La scuola si chiamerà “Michele Ricci School for Life”. Anche quando sembra impossibile non tutto finisce, c’è sempre qualcosa che può rinascere, grazie anche al vostro aiuto.